Franca Colozzo
- 29/07/2018 18:55:00
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Mi colpisce di questo tuo sonetto il sentimento del tempo che sembra gemere di dolore e gettarsi, malgrado le nobili vestigia del passato, nel fitto buio dei nostri giorni che anticipano il futuro. Dallalto della torre purtroppo lo scenario è sempre più squallido: cementificazione e devastazione del verde prendono il posto delle belle piazze dun tempo. Questo è lo scotto che luomo sta pagando al progresso, al sovraffollamento degli spazi urbani, alla crescita incontrollata della popolazione, allignoranza dilagante nonostante lavanzamento tecnologico. Luomo che si arrende al destino da lui tracciato e che soggiace allabbrutimento della realtà in cui vive, è destinato a scomparire dalla faccia della Terra, di cui ha fatto un cattivo uso distruggendo il clima e lambiente e facilitando lestinzione di molte specie animali. Speriamo sempre che questo temuto evento non accada, ma ci sono tutte le premesse negative, di cui siamo perfettamente consapevoli. Un caro saluto. Buona serata.
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Marina Pacifici
- 10/07/2018 11:07:00
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Versi aggraziati che si tingono di malinconia soffusa sullo sfondo delle delicate note di colore dellAppennino. Una profonda riflessione in poesia sullimpoverimento culturale, umano e sociale che ci ha colpiti. Da un passato rinascimentale di dotte città culla di arte, poesia, diritto e cultura, ad un presente di centri urbani con ritmi di vita sempre più frenetici e nevrotici dove pochi colgono ancora la bellezza, la poesia, larmonia della natura in cornice.
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